Disagio esistenziale, psichico e somaticoMente, psiche e somaPossiamo distinguere tre diverse forme di disagio, riferite ad altrettante differenti condizioni. La prima condizione, definibile come esistenziale, si lega al fatto stesso di esistere. Il disagio, al riuscire, o meno, a trovarvi un senso nonché alle convinzioni, o alle incertezze, che si hanno sul decorso futuro. La seconda, psichica, riguarda la risposta ai bisogni attraverso l’attivazione delle funzioni pensare, sentire e fare. Il disagio si riferisce alle loro disfunzioni. Infine, la terza attiene il corpo e le sue eventuali sensazioni dolorose. Le tre condizioni sono intimamente legate pertanto i disagi possono attraversarle o fissarsi in ciascuna di loro pur avendo origine in una diversa condizione. In altri termini, può accadere che la percezione di una condizione esistenziale con carattere temporaneo, precario e non rinnovabile, anche se filtrata attraverso credenze d’eternità, ovvero di inconsapevoli reincarnazioni in soggetti oggi sconosciuti, ponga, a chi ne ha consapevolezza (molti animali sembrano non averla), un livello d’angoscia difficilmente risolvibile. Pertanto questa tende a trasferirsi sul più domestico livello psichico, ove, vere o presunte, disfunzioni nell’organizzazione della personalità occupano il quotidiano e stordiscono dai temi del livello precedente. Appare evidente che difficilmente si risolveranno queste disfunzioni se non sono state ricomposte le angosce esistenziali. Analoga situazione accade fra psiche e soma ove la contrapposizione fra bisogni diversi e opposti (nevrosi), difficile da contenere nella consapevolezza, si può scaricare, non risolta, sul soma e ammalarlo (malattia psicosomatica). |
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